il diciannove agosto novantuno
quando Ivan efebo cosacco
issò le braccia
della sua giovane rabbia
sulla grande statua del padre
per divellerla
dalle radici della storia
s’iniziò l’era dei nuovi dèi
occhi ciechi rotolanti in oceani
di urla
metallo fuso nel sangue
di fiere domate
eretici mansueti per i gulag
dei fornicatori di potere
ma cosa conosci Eugenij di questa
giovane ferocia
che raro minuetto di mezz’agosto
il frinire del tuo poema
dedicato ad un giorno
che non t’appartiene