le cicale della ragione
alzano everest di urla
in questa estate sopore
le maschere bianche delle chitarre
danzano carnevali barocchi
sulle sinopie dei visi
è il gioco che preserva dall’inganno
quando la regina della notte
viene a sfidare i poeti
al rendiconto dell’immortalità
con un pedaggio di follia
sono andato così lontano
figlie
che l’esplorazione
del mio significato
rischia di non conoscervi
il richiamo da quest’isola ha le mani
tenere di quando
sentii la vostra attesa di luce
nel ventre di Sara
sarà solo un abbaglio
una cifra che ho inciso nel mio seme
disincarnato e immemore
di questi miei silenzi a darvi il segno
forse d’amarmi anche non capendo
mi basterà questo amore mai detto
a risalire dalle mie vertigini
e inondarmi di stelle