Lucania

questo paese è lontano da ogni senso
e dagli dèi
forse
ci corre dentro nelle vene un segno
un turgore di luce
di silenzi
appartenute a un sogno di remote
civiltà stellari

la circonferenza s’è aperta
nel punto delle mie fughe
nel punto dei miei ritorni
come teorema d’amore

la mia Lucania è un’Itaca
di tutte le ombre
che mi crearono la luce
di spazi che mi allevarono
con la storia dei venti
e i lutti delle donne nero eterno
come utero di vergini

neri occhi hanno scavato ombre più vere
di chi le rifletteva

un’esca per i flutti
di giovinezze ambigue


i passi delle mie lune nere
vengono dove si attendono
che il viaggio della luce
svegli i bradi cavalli di ombre
per criniere di vento

qui ancora nei meriggi arsiagostali
l’amico “cogitans”
maitre à penser della contrada
fons bandusiae
vede Orazio scendere dai fianchi
d’una lucida mula di massari
a cogliere nel vaso delle mani
la sorgente dei suoi amori illusi

queste sere di anàbasi lucane
basterebbero
a declinare una vita
sospese senza odore di tempo
sui roghi tramontàli del mio Vulture